Gli incendi in Brasile, dal 1 gennaio al 19 agosto 2019, sono aumentati dell'83% rispetto allo stesso periodo nel 2018. Dei circa 73mila roghi registrati, il 52% è in Amazzonia. Il fumo causato dalle fiamme, negli ultimi giorni, è ben visibile anche dallo spazio. .Su Twitter un fiume di post indignati: con l'hashtag #PrayforAmazonas gli utenti sottolineano come in pochi si mobilitino per il disastro che interessa la foresta pluviale, mentre in molti si siano subito applicati per la ricostruzione di Notre-Dame, il simbolo di Parigi andato in fumo lo scorso 15 aprile. La mobilitazione social per l'Amazzonia in fiamme è legittima, soprattutto se si considerano le recenti politiche di Bolsonaro, in Brasile, volte più allo sviluppo che alla conservazione, in pratica un incentivo alla deforestazione. Il problema è che le preghiere virtuali degli utenti sono accompagnate da foto emozionali non veritiere: molti scatti riguardanti alberi in fiamme e animali, infatti, non documentano i recenti incendi, anzi, provengono da altri Paesi e soprattutto dal passato. .A luglio e agosto, quando le piogge diminuiscono rispetto al resto dell'anno, nelle regioni amazzoniche è più facile imbattersi in incendi, molti dei quali appiccati dagli umani per ricavare o pulire terreni o pascoli. Stando al database Global Fire Emissions, gli incendi nello stato brasiliano di Amazonas - per lo più ricoperto dalla foresta amazzonica - e in quello di Rondonia sono superiori alla media registrata negli ultimi 15 anni in questo periodo dell'anno . .A cura di Pier Luigi Pisa, montaggio Marzia Morrone
Abbonati a Repubblica: https://s.repubblica.it/scopridipiu . Podcast, inchieste, newsletter e tanto altro.